Lo stress legato ad un lavoro troppo impegnativo (rispetto alle nostre risorse disponibili) o troppo frustrante è solo una delle possibili fonti di stress o stressor.

Nella vita di tutti i giorni sperimentiamo continuamente stimoli di ogni genere: relazionali, affettivi, sociali, fisici (si pensi ad uno stato di dolore cronico. alle cefalee, agli stimoli sessuali, al cibo, ecc.), e cognitivi (si pensi al dover risolvere un problema difficile).

Ebbene tutti questi stimoli sollecitano in noi reazioni psicofisiologiche e comportamentali di vario tipo e intensità, a seconda del tipo di stimolo e a seconda del modo in cui noi percepiamo quest'ultimo.

Ma uno stimolo che sollecita una risposta psicofisiologica non necessariamente costituisce uno stressor (stimolo stressante): diviene tale se la risposta evocata è in grado di determinare l'attivazione dei meccaismi psicofisiologici della risposta allo stress, ossia all'attivazione del cosiddetto "HPA asse" (circuito ipotalamo-ipofisi-surrenali) che determina il rilascio nel sangue dei "mediatori dello stress" come le catecolamine (noradrenalina e adrenalina) e i corticosteroidi (es. cortisolo), tutte sostanze che servono a rendere il nostro corpo più prestante nell'affrontare lo stressor.

Fin quì tutto bene; il problema nasce quando la risposta psicofisiologica allo stress si protrae troppo a lungo portando a ciò che viene definito "carico allostatico", ossia ad un accumulo di effetti collaterali negativi a carico di organi (es. apparato digerente; sistema cardio-vascolare; sistema immunitario; cervello) e del nostro assetto psicologico (ansia, depressione, insonnia, ecc.) determinati proprio dall'attività eccessivamente protratta dei mediatori dello stress.

Non tutti gli stimoli dunque sono fonti di stress ma tutti possono diventarlo se innescano la risposta dello stress, ciò che, come già detto più volte, dipende non solo dalle caratteristiche dello stimolo ma anche dal modo in cui noi lo percepiamo.

Così come per lo stress lavorativo, tutte le condizioni di stress, a prescindere dalla loro causa, producono alterazioni psicofisiologiche che possono tradursi in disturbi somatici, malessere/disagio psicologico e aterazioni comportamentali (es. comportamenti rabbiosi, ansiosi, depressivi).

Il nostro approccio integrato di Gestione dello Stress va ad agire proprio su tali alterazioni, sia attraverso le tradizionali tecniche di rilassamento e i colloqui di consapevolizzazione, sia attraverso il Biofeedback e il Neurofeedback, questi ultimi volti a normalizzare rapidamente e direttamente le alterazioni psicofisiologiche indotte dallo stressor.

 

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